martedì 31 dicembre 2013

Mors tua vita mea

Un poco di tempo fa ho avuto la sfortuna di trovarmi a cena con dei vegani.
Ognuno è libero di fare le scelte che vuole, per quanto possano essere stupide, la cosa fondamentale di queste scelte però dovrebbe essere non cacare il cazzo agli altri per averle fatte, concetto che ovviamente sfugge alla maggior parte dei vegani.
All'antipasto con le bruschette tutti iniziavano a pregustare un pasto con un poco di sapore, ma già alle lasagne senza carne ogni speranza era scomparsa.
Tutta la cena è stato una mattanza di verdure, qualunque essere vivente che non abbia avuto la possibilità di camminare è stato abbattuto e cucinato in quel vestito macabro di vegani.
Praticamente un vegano è un razzista naturale, oltre all'evoluzione degli sfigati che non riuscivano a cacciare nel passato, discrimina gli esseri viventi in base alla mobilità e alla capacità di comunicare, spero non incontrino mai un paraplegico muto o potrebbe finire a insaporire una lasagna vegana.
Oltre al fatto innegabile che se un domani i pomodori iniziassero a camminare i vegani morirebbero di fame, c'è anche anche il fatto dei vestiti, non indossano nulla che venga dallo sfruttamento degli animali compreso il cuoio o la lana.
Tutti i vestiti che possedevano erano sintetici, in ecopelle o fatti di canapa, dato che indossavo un maglione di lana fatto a mano da mia nonna mi sono sentito un poco tirato in ballo, così mi sono messo a fare due conti alla buona: mia nonna al negozio di lana ci va a piedi e poi lavora a mano, anche la sua macchina da cucire è di quelle vecchie a pedali, mentre la maglia che indossava il vegano era ordinata su internet e fatta con canapa che non sapeva dove arrivava, quindi tra il trasporto della lana e il trasporto della canapa grezza, della lavorazione e del pezzo lavorato nonna batte vegano 10 a 1, oltre al fatto che tosare una pecora non è una tortura, ma un aiuto all'animale.
A fine serata ho raggiunto la conclusione che un vegano pesa sull'ambiente molto più di un normale onnivoro che presta un poco di attenzione a non inquinare troppo, insomma tra la produzione e il trasporto di materiali sintetici, ecopelli, vestiti di canapa e lo sterminio di ogni cosa non si muova, essere vegani è una tortura ambientale, per salvare una mucca contribuiscono pesantemente al surriscaldamento globale e alla morte di orsi polari e pinguini ai poli.
E soprattutto non avrei perso tempo in questi ragionamenti se i vegani non stressassero così immensamente la minchia a chiunque addenti una costina di maiale.

mercoledì 18 settembre 2013

Mode social\3

Ogni giorno un sacco di gente al mondo muore, succede, non c'è molto da fare apparte piangere e ricordare i propri cari.

Capita a volte che qualcuno di questa moltitudine di morti, per un motivo o per l'altro, sia più o meno famoso, ed è qui che scatta un fenomeno strano tipico dei social network, il dover palesare al mondo il proprio dolore.

Nonostante non si sia mai conosciuto il personaggio o non lo si abbia mai seguito nella sua carriera, fino ad arrivare a chi magari lo ha sempre odiato e perculato in vita, appena muore diventa l'idolo delle masse e riceve dai fans più attenzioni di quelle che questi abbiano mai dedicato ai loro parenti defunti.

Migliaia di twit, stati su fb ed immagini di profilo cambiano, come se al mondo non ci fosse stato nessun'altro, un successo atteso una vita che arriva solo un minuto dopo la morte.

E così scatta una gara a chi mette più like a stati commemorativi o condivide più foto o scrive twit originali, pensieri che durano almeno fino alla prossima vittoria della squadra del cuore o della prossima festa con amici.

Ma se cercate di farlo notare, o peggio a dite qualcosa di negativo sul defunto, verrete travolti dalla coscienza di massa, fenomeno tutto social, dove chiunque metta in gogna il malpensante viene spalleggiato e spinto ad andare avanti portando il pensiero collettivo della mandria.

Così ci si ritrova ad avere gente a sua volta minacciata di morte dolorosa, di menomazioni fisiche, di linciaggi o di auspici sulla perdita parenti così da soffrire come le famiglie del famoso.

A questo punto però sorge una domanda... se io malpensante divento famoso per aver detto un mio pensiero contrario alla coscienza di massa e poi muoio sul serio verrò idolatrato e ricordato dai social? o c'è modo e modo di diventare famosi e poi morire?


A proposito di morire e salire al cielo, negli ultimi tempi le celebrità sono state mandate dalla massa ad "insegnare agli angeli a....", ma nessuno ha mai pensato che se tutti sono in paradiso per insegnare non abbiamo mai mandato su nessuno ad "imparare dagli angeli a...."? Stiamo creando un paradiso di insegnati disoccupati, come se sulla terra non ce ne fossero a sufficienza.

Ecco che qui arrivo io, col mio non sapere un cazzo! Se nella vita il non studiare è un peso ecco che nella morte rivela tutta la sua utilità.

Quindi se amate veramente questi idoli morti non studiate! quando morirete di stenti potrete palesargli il vostro affetto imparando da loro qualcosa.

Sempre che voi non siate all'inferno e loro in paradiso..

giovedì 20 giugno 2013

Vita in ufficio


Passando circa 8 ore in ufficio può capitare di avere l'impellente necessità di usare il bagno comune che c'è sul piano.

Una volta da qualche parte avevo letto che alle donne, stando molto tempo insieme, si sincronizza il ciclo: possibile che agli uomini si sincronizzi la vescica? O c'è uno che si chiude in bagno ogni volta che mi alzo dalla sedia? E come fa a sapere quando devo andare? Non credo di avere sensori di peso sotto la sedia, ho anche controllato e provato a cambiare sedia.

Forse quello è proprio l'ufficio di qualcuno: a volte gentilmente esce giusto per il tempo a noi utile a espletare le necessità e poi rientra, dando un significato concreto alla frase "Non ti pago per fare certe cagate" che si sente urlare ogni tanto in corridoio.

Passando di tanto in tanto davanti a quella porta perennemente chiusa, capita anche di sentir parlare gente, una sola voce però, e comunque niente di interessante da origliare tipo gemiti o sospiri, quindi o loro non hanno ben capito come si usa il bagno o io è anni che piscio in una cabina telefonica. Da sobrio.

Se dovete telefonare e non volete che il capo vi senta, non potete uscire dallo stabile invece di chiudervi al cesso? Così almeno evitate di fare la solita cosa che fa un uomo quando è solo e nessuno lo vede: scaccolarsi e attaccarne il prodotto ovunque. È possibile stabilire quanto noiosa fosse quella telefonata dal numero di caccole nuove attaccate sulle piastrelle.

Quelle poche volte che si riesce ad entrare in un cesso, gli scenari che può presentare sono infiniti e schifosi, d'altronde se era libero un motivo c'era.

Lo scenario più comune è il così detto "Mar Morto": nonostante una tazza di dimensioni standard, molti uomini del mio piano riescono inspiegabilmente a mancarla, non parlo del primo schizzetto che dopo ore seduto potrebbe non essere proprio a fuoco, o di qualche goccia dovuta ad una sgrullata troppo vigorosa, ma di riversare fuori tazza circa il 90% dell'acqua contenuta nel corpo umano, tant'è che per scoprire l'esecutore di tal versamento basterebbe controllare chi assomiglia più a un chicco di uva passa che a un uomo.

Altra situazione molto comune è la presenza, e persistenza, di un odore che farebbe desistere dall'entrare anche un incontinente che ha degustato un campionario intero di diuretici.
Certi odori hanno del sovrannaturale, non esistono in natura, devono essere frutto di esperimenti che la direzione effettua su di noi tramite il servizio mensa, non bastano due porte chiuse a contenerli.

Questi odori si muovono sul piano come dei ninja assassini pronti a colpire silenziosi la ignare vittime, motivo per cui l'ufficio direttamente di fronte al bagno è sempre vuoto nonostante sulla carta ci lavorino almeno sette persone.

Per non parlare di quelli che dimenticano totalmente come si usa uno sciacquone lasciando campioni di urine o feci sparse qua e là, come se fosse un laboratorio di analisi.

Ma i peggiori di tutti sono i colleghi degli altri piani che, dato che il mio è un reparto con una percentuale di gnocca pari alla quantità di ghiaccio sul sole, vengono a scaricare le loro coliti croniche nel nostro bagno.
Tanto chissenefotte se uscendo da quello che una volta era un cesso e ora è una zona di quarantena paragonabile a Chernobyl incontri un altro uomo, tanto quello mica te lo vuoi scopare.

Beh, cari colleghi, per le possibilità che avete di trombarvi la vostra vicina di scrivania potreste tranquillamente prendere il cestino della carta e farla direttamente in mezzo all'open space.
E forse le aumentereste.

martedì 11 giugno 2013

Posti riservati

Non c'è stato nulla da fare.

Era impossibile da evitare date le mie condizioni.

Ho saltato la barricata e sono passato dall'altra parte.

Dato che dopo l'operazione ho un tutore che mi contiene tutta la gamba e mi limita fortemente i movimenti ho potuto usufruire di quei famigerati posti riservati sul bus, quelli per anziani, portatori di handicap o con menomazioni.

Ho quindi potuto sedermi li ed entrare in quell'élite riservata a pochi di mugugnatori professionisti, quelli che passano il tempo a sparlare alle spalle di gente che non si alza per cedere il posto ai vecchietti che salgono.

Mi sono così trovato a parlare con gente molto più vecchia di me sui ragazzini maleducati, "Bociazzi" in dialetto, che fanno finta di non vedere l'anziano con le stampelle che di trova in piedi accanto a loro, ho potuto parlare male di loro ad alta voce nel pieno dell'approvazione popolare.

Guardarli in faccia mentre li mettevo sulla pubblica gogna, e, ad ogni piccolo accenno di difesa che provassero a tirare fuori, vederli essere martoriati dagli altri passeggeri.

Ho assaporato il gusto di essere giudice giuria e boia con approvazione di tutti.

Ho potuto anche fare la scena di alzarmi, stampelle in mano e saltellante, per far posto ad una signora che si reggeva a malapena in piedi per poi fissare il "bociazzo" con aria di sfida, attirando su di lui tutte le male parole di 10-15 altre persone, nonostante anche loro fossero sane e comodamente sedute...

Così nel mezzo della pubblica gogna ha dovuto lasciarmi il posto e scendere, visibilmente rosso in volto, a quella che credo non fosse neanche la sua fermata.


Ho assaporato quel potere riservato a gente di una certa età, spero di riuscire a farne a meno dopo che mi avranno tolto il tutore.

Oppure dovrò indossarlo per tutta la vita fino alla vecchiaia.

venerdì 31 maggio 2013

Ospedale

Sono da poco uscito dall'ospedale dopo un'intervento ad un legamento del ginocchio, era da molto che non mi ritrovavo ricoverato per alcune notti in ospedale ed avevo dimenticato le gioie ed i dolori della vita in corsia.

Il primo impatto devastante lo si ha con gli orari ospedalieri dettati forse dai cambi turno o forse solo da un sadico insonne.
La sveglia è alle 6 quando un gruppetto di infermieri entra in camera accendendo le luci e alzando le tapparelle e, se è possibile, facendoti alzare dal letto per cambiare le lenzuola, non importa se magari non potevi alzarti, se fisicamente ti reggi sulle gambe quei cinque minuti per il cambio lenzuola non ti faranno male.

Dopo il cambio lenzuola arriva il gruppo bidet, ti aiutano a lavarti nel caso tu non riesca da solo ad arrivare al bagno, ho notato che non c'è nulla che faccia recuperare l'uso delle gambe ad un gruppo di operati al ginocchio come degli inservienti gay che vogliono lavarti la sotto.

Che poi non capisco il perché, insomma è meglio farsi lavare da qualcuno a cui piace farlo, farà sicuramente un lavoro migliore di qualcun'altro costretto controvoglia.

Dopo aver svegliato tutta la corsia prima dell'alba e aver lavato tutti arriva il momento di.... niente, per due ore, fino alla insipida colazione che mangi solo perché ti hanno tenuto a digiuno un giorno intero per l'operazione.

Una giornata intera così, il nulla più totale, intervallato solo ogni tanto da un termometro nell'orecchio (effettivamente su questo poteva andare peggio) o una mezz'ora di fisioterapia passiva.

L'unico evento che da un po' di adrenalina alla giornata sono le pisciate nel pappagallo del vicino di letto bloccato purtroppo verso di te, dato che riesce a metterne dentro circa l'80% di quella che effettivamente fa, ti trovi a pregare che la sua prostata sia abbastanza compromessa da non dare abbastanza pressione a quel 20% che esce per raggiungere il tuo letto.

Tutto questo con l'accompagnamento in sottofondo del dolore post-operatorio che diventando costante un poco si attenua da solo, l'infermiera ci ha anche consigliato di tenere la gamba fuori dalle coperte per calmare ulteriormente il dolore.

Purtroppo il mio sistema nervoso non ha potuto apprezzare i vantaggi della variazione di temperatura dai 18 gradi sotto le coperte ai 17 e mezzo esterni, dato che la dotazione estiva, cui l'ospedale è già passato, prevede solo un singolo lenzuolo per dormire...

Ma è arrivata la notte che la vera movida di corsia comincia.

Dalle otto e mezza, quando mandano via i parenti e spengono le luci, ha il via un balletto interminabile che vede le infermiere saltellare di camera in camera a svuotare pappagalli, girare pazienti nel letto e cambiare flebo oramai essiccate, il tutto ritmato dai vai campanelli di chiamata.

Mi domando come mai verso le una di notte, al centesimo pappagallo svuotato, queste non girino con siringhe di Roipnol a sedare tutti e lasciare che si piscino addosso, tanto sarà un problema poi del turno di giorno.

Come se non bastassero le continue irruzioni in camera delle infermiere, a tenerti sveglio ci pensano i tuoi compagni di stanza.

Gente che al click dell'interruttore vengono colpite contemporaneamente da catalessi e da bronchiti, raffreddori, catarro ecc.. e cominciano un concerto di ronfate e colpi di tosse degni di una segheria a pieno regime.

Io quando devo dormire a pancia in su russo, lo so, me lo hanno rinfacciato tante volte, e mi piacerebbe molto rendergli il favore di almeno una notte insonne, ho provato anche ad addormentarmi già dalle sette di sera con Studio Aperto, ma niente.

Appena chiudo gli occhi il mio cervello inizia a macinare cazzate, come il testo che sto scrivendo, e non mi lascia dormire in tempo per la battaglia di motoseghe.

Così di notte mi ritrovo ad appallottolare i tovagliolini di carta avanzati dalla cena e a tirarli verso le vie respiratorie degli altri così da poter dormire.

Per il prossimo ricovero devo affinare la mira.

giovedì 2 maggio 2013

Mode social\2


Passata la moda delle foto di cibo il mio Diario di facebook si sta riempiendo di Meme...

Queste faccine disegnate da un bimbo di quattro anni in preda ad attacchi di colite che dovrebbero essere l'evoluzione delle emoticons, ma in realtà sono solo cazzatine a sé stanti che non aggiungono significati alla conversazione virtuale.

Le emoticons avevano un senso, scrivere "sei un coglionazzo" o "sei un coglionazzo :-D " era diversissimo, se nel primo caso rischiavi ritorsioni e litigate, nel secondo potevi rispondere "ma no non hai visto l'emoticon? era ironico", questo ti permetteva di dire quello che pensavi della gente in tutta sicurezza, anzi, se si incazzavano potevi anche farli sentire tecnologicamente retrogradi dato che non conoscevano le emoticons.

Che coglionazzi che erano.                        :-D

Nella prima versione i meme erano disegni (spero) volutamente fatti a cazzo, ma ora si stanno evolvendo più veloci di un pokemon sotto steroidi.
Adesso sono foto reali di personaggi vari a cui vengono tolti i colori, così da lasciare in risalto solo i contorni neri, e questo la dice lunga sulla fantasia dei loro creatori.

Tutto e tutti possono diventare meme, qualunque cosa sia capace di generare un'espressione simil-facciale è un possibile candidato, si salvano giusto i sassi e kristen stewart (quella di twilight).

Ora io mi immagino queste schiere di bambocci, anche se sospetto siano più adulti con una vita sociale tendente a zero, che girano per le città armati di telefonino per immortalare le più svariate situazioni imbarazzanti.

Praticamente dei giovani giornalisti di studio aperto.

Non trovando nulla di pubblicabile nel mondo reale finiscono a doversi arrangiare, come i giornalisti di studio aperto appunto, quindi si rintanano nel loro bagnetto davanti allo specchio, per una volta senza masturbarsi, a farsi foto con le espressioni più stupide che gli riescano.

Per fortuna a me queste cose non mi tangono.

mercoledì 17 aprile 2013

Fermate


Ci sono tante cose che non comprendo bene, una di queste è : perché certa gente vuole a tutti i costi conversare alle 8 di mattina con gli altri che aspettano il bus?
Quello che più mi infastidisce poi sono gli argomenti usati per attaccare bottone.

"Fa freddino ancora, è da 4 giorni che fa freddo e ancora non smette".
Grazie, se avessi problemi di tiroide mi servirebbe qualcuno che mi aggiorni sulla temperatura esterna.
Ma dato che non ho questo problema, ed è tutta la settimana che mi vedi qui assieme te a battere i denti  con le palle che assomigliano a due piccole stalattiti, come avrei potuto non accorgermi del freddo?

"Finalmente è venerdì, domani non si lavora e ci si rilassa".
Anche tu hai un calendario? pensavo di essere il solo. A parte il fatto che se tu di sabato non lavori non vuol dire che anche io stia a casa, tu qui non ci sei sabato mattina, come fai a sapere che anche io sono nel letto? mi spii?
Però già il pensiero che domani nessuno mi parli mentre aspetto il bus un po' mi rilassa, devo dartene atto.

"Anche oggi in ritardo, dovrebbero proprio fare qualcosa però".
Tipo? mettere il teletrasporto ai bus? o fucilare chi usa la macchina e crea traffico? Poveri stolti al caldo nelle loro autovetture, non sanno cosa si perdono a stare qui sul bordo strada a respirare gas di scarico e conversare della condizione umana con filosofi improvvisati.

Variante sulla frase di prima anche questa molto usata è "Tutti in macchina, creano smog e traffico e noi qui a respirarlo".
Stessa cosa di sopra, e quindi? non sai quanto li invidio li in macchina dove non ci sei tu, ma uno stereo dove si può cambiare stazione se quello che senti non ti piace.
L'avessi anche io una macchina da usare, credo che molti di questi automobilisti siano causa tua, indebitati per pagare le rate, ma senza sentirti.
È un'investimento a cui inizio a pensare pure io.

A nulla vale presentarsi muniti di cuffie ed emmmmepitttre, il simpaticone te le farà togliere con un simpatico stratagemma, ti fissa e sottovoce ti chiede "è già passato il 7?" e li ti frega, togli una cuffia per sentire e lui ti ripete la domanda seguita a raffica da tutte le ovvietà che può generare, senza darti spazio per rispondere.

Rimettere la cuffia a questo punto è un gesto alquanto sgarbato.

Per questo lo faccio ogni volta.




Inutilmente.

mercoledì 10 aprile 2013

Supermercato


Da qualche tempo ho abbandonato il caldo nido familiare e sono andato a sopravvivere da solo in un appartamento in affitto.
(Dico sopravvivere perché con gli stipendi che girano per i "giovani" parlare di vivere mi sembra piuttosto eccessivo)

Facendo questa vita devo per forza scontrarmi con una delle tante tragedie quotidiane che affliggono la vita di chi vive da solo o quasi, tipo:

La fila alla cassa del supermercato.

Ora voglio fare un appello ai direttori dei vari punti vendita: alla cassa mettete dei cessi!
Vi scongiuro, andate sul lungomare e scrostate qualche cozza dagli scogli e mettete quelle.

Dopo otto o nove ore di lavoro il mio unico pensiero è di tornare in fretta a casa per mettermi sul divano a non fare nulla, e invece devo sorbirmi le ultime fiammate ormonali di pensionati che cercano di rivivere esperienze passate scambiando due battute con una cassiera che molto probabilmente ha il mio stesso pensiero: Il divano di casa.

In questi casi non posso neanche rilassarmi, devo star pronto a chiamare il 118 nel caso un'erezione improvvisa privi di sangue il cuore di qualche vecchietto.

Dopo ore passate a fare riunioni estenuanti ed inutili, a progettare, programmare e discutere devo arrivare qui e analizzare le varie code alle casse per cercare quel miscuglio di cassiera e clienti che mi permetterà di rendere questa esperienza il più veloce e indolore possibile.

Allora mi trovo a cercare nella fila della cassiera gnocca se ci sono coppie, così lui fisserà il nastro trasportatore e il portafogli per evitare scarpate negli stinchi e lei in palese stato di invidia non le rivolgerà la parola, o donne sole che per il motivo di prima non parleranno alla cassiera.

Se invece la cassiera è cozza meglio se ci sono uomini soli, perché le donne sole o quelle della coppia la prendono in simpatia e ci fanno salotto.

Vale anche il discorso inverso con cassieri fighi o brutti, con la sola, sessista, differenza che se dal figone muscoloso alla cassa passa una coppia lui non potrà comunque dire niente mentre lei farà i sorrisetti isterici che caratterizzano il "vorrei ma non posso ora" di molte ragazze.

In alcuni supermercati ci sarebbero anche le casse automatiche se solo funzionassero, è mai possibile che queste macchinette mangiasoldi oltre a creare disoccupazione creano più fila dell'accoppiata peggiore di cassiera\cliente?

E per quale schifosa legge di murphy all'unica cassa che funziona ci si mettono in coda solo quei pensionati che hanno difficoltà perfino ad usare la tecnologia del telegrafo?

Per forza uno alla fine entra nel supermercato con le armi! ma mica per rapinare, solo per passarvi davanti in fila.

mercoledì 3 aprile 2013

Statistiche


Qualche giorno fa son dovuto andare dal dottore per una visita.
Dato che oramai conosco i miei polli, alle quattro di mattina mi sono presentato allo studio munito di coperta e thermos di caffè e così sono riuscito a essere...
secondo.. ma porc.. fregato da una coppia di vecchietti che si davano il cambio per far visitare lei.

Comunque mentre si attendeva che arrivasse il dottore si è riunito un bel gruppetto di malaticci, 14 persone in sala d'attesa alla fine. Più la segretaria.
Mentre attendevo ho notato che in questa corte dei miracoli io ero l'unico maschio, anche l'unico sotto i 50 anni se escludo la segretaria.
Dove sono i mariti di queste signore? non credo siano a lavorare, insomma avranno anche alzato l'età pensionabile, ma a occhio e croce queste signore hanno visto entrambe le grandi guerre...

Ora, a meno che tutta la compagine qui sia avvezza ad avere toy boy, credo siano vedove altrimenti avrebbero trascinato il proprio uomo ad accompagnarle, da brave mogli obbligate dalla genetica a rompere le palle ai mariti in pensione.

Tredici antichi esemplari di sesso femminile una ragazza, la segretaria, e io.

Il dubbio mi assale, non è che nella famosa statistica di otto donne per ogni uomo rientrano anche queste?

Nessuno mi ha mai detto QUALI donne ci sono per ogni uomo, nessuna statistica mi ha mai diviso queste otto per fascia d'età, vuoi vedere che la statistica mi ha fottuto per l'ennesima volta?

Perché nessuno si prende mai la briga di spiegare meglio questi cazzo di numeri, io vorrei che dicessero si hai otto donne, ma solo due tra gli zero e i venticinque anni, una tra i venticinque e i trentacinque, le restanti tutte over settanta, così almeno uno si regola.

Insomma quelle over settanta le scarto, a meno che non siano vedove miliardarie, e concentro le energie sulle poche restanti in modo da dare il massimo li e tirare le cuoia prima di doverle accompagnare dal dottore perché scatarrano peggio di un tabagista.


Statistica di merda.

mercoledì 27 marzo 2013

Domenica


Per alcuni motivi ho dovuto passare tutta una domenica a casa, senza nemmeno un poco di febbre a tenermi rincoglionito e calmo nel letto.

Ore interminabili a rigirarmi sul divano facendo zapping tra i vari canali vedendo... il nulla, il vuoto cosmico della tragicommedia umana di questo mondo.

Se non ami il calcio in tv di domenica,  ma sospetto anche gli altri giorni, ti vengono propinate una serie di minchiate che non solo non ti fanno passare il tempo, ma possono anche cancellare dalla vostra mente qualunque tipo di studio fatto negli ultimi vent'anni riducendovi ad amebe sbavanti o peggio a Flavia Vento.

Personalmente mi han sempre dato fastidio quei vecchietti brontolanti che ti becchi sull'autobus o in fila dal dottore, a qualunque ora voi andiate dal medico, che siano le 5 del mattino o le 10 di sera, avrete davanti a voi almeno sette o otto vecchi che sono un'enciclopedia universale di sfighe e staranno dentro tra i 12 e 15 giorni ognuno per farsi visitare.

Comunque ora posso capire la loro rabbia e frustrazione, dopo una giornata a guardare reality, televendite, commentatori di calcio e tutto quello che quella scatola maledetta riusciva a vomitare, appena messo il naso fuori casa avrei voluto sbranare tutti..

Avessi avuto un cavolo di cantiere aperto nei dintorni mi sarei messo anche io a fissarlo. di domenica. senza nessuno. Sarebbe stato comunque un programma molto più interessante e culturalmente avvincente di 4 prostitute che si accoppiano con altri 4... boh 4 cose rimaste un paio di passi indietro sulla scala evolutiva.


ps: io il canone lo pago quindi ho tutto il diritto di menarvela sulle schifezze che mi vengono propinate.

giovedì 21 marzo 2013

Mode social


Mi sono stufato di Facebook, o meglio della moda attuale di postare foto di cibo.

Non so le vostre, ma la mia pagina principale, o diario o timeline o come cazzo si chiama al momento in cui leggete, è strapiena di foto fatte a portate di ogni genere.

Si alternano foto di panini, bistecche, dolci, sushi, sembra la bozza di un libro di cucina caduta allo stagista e riordinata alla bell'e meglio.

È possibile che la gente non riesca a pranzare\cenare senza estrarre lo smartPhone per fare una foto?
Seduto al ristorante, arriva la pietanza ordinata, magari più cara del menù, e invece che gustarla si estrae un cazzo di cellulare per condividere col mondo (a cui rassegnatevi, non frega un cazzo della vostra dieta) questo fatto.

Tra telefono e portata si son spesi più di mille euro per mangiare magari un pezzo di panda freddo e indurito.. in culo a consumismo, animalisti, disoccupati, pensionati e poveracci in genere che non possono permetterselo.
Se si restava sul divano a mangiare del cinese take away si faceva più bella figura.

Che poi, perché postare foto di cibo del ristorante? per prendere in giro me magari che sono in mensa aziendale a fare da cavia umana per del mangime che daranno probabilmente poi ad altre cavie su cui testano i cosmetici per quelle donne che posteranno foto del panda in umido.

Una specie di spirale di karma al contrario.


Li aveste preparati voi almeno quei piatti, peccato che nonostante tutti i programmi di Gordon Ramsay &co. che guardate riuscite a far bruciare anche il brodo, per quello siete sempre al ristorante.

Giorni e giorni spesi a guardare dei bastardi che, apostrofando aspiranti cuochi con ogni tipo di offesa passi loro per la mente, li correggono e li "consigliano" con dei metodi ritenuti crudeli perfino dalle ex SS.

Cavolo, anche io sto insultando la gente per via del cibo, forse potrei aprire anche io un mio reality e far soldi... postate postate altre foto...

lunedì 18 marzo 2013

Sfide

Ci siamo, è arrivato nuovamente il momento della battaglia.
Anche questa sera dovrò cimentarmi in quella sfida che mi ha visto soccombere non so quante volte, ma io non demordo, sento che questa sera può essere la volta buona.
Ho studiato il mio avversario tante volte, oramai lo conosco, non mi spaventa.
Molti mi hanno detto di lasciare stare, ci sono altre vie, non sono obbligato a scendere in campo, ma io no, devo farlo è una questione di onore.

Fisso il mio avversario, lui ricambia.

Il battito accelera.

Lo afferro, lo tengo stretto, lo controllo.

Inizio a inclinarlo piano, ma deciso.

Lui cede, stavolta intravedo la vittoria.

Poi d'un tratto colpisce, senza che me ne accorgessi.

Un solo colpo deciso violento fulmineo.

E tutto tace, un silenzio carico d'odio che vale più di mille bestemmie.

Fottuto maledetto schizzo della bottiglia d'olio che mi imbratti ogni volta il tavolo!
Spero bruciate all'inferno tu il tuo stramaledetto tappo e quello stronzo che l'ha inventato!!!!

MERDA!

venerdì 15 marzo 2013

Gutenberg


Ieri stavo guardando un vecchio spettacolo di Hicks, allo sketch tra lui e la cameriera che gli chiede "What are you reading for?" mi è venuto da pensare.

Letteralmente la battuta si traduce in "Perchè sta leggendo?" e in effetti, perchè si legge? Di solito io leggo per informarmi, insomma dal pollice opponibile in poi l'uomo ne ha fatte di scoperte, una su tutte appunto è la stampa.

Il che sembra un controsenso, inventare la stampa per informarvi che l'hanno inventata, o forse era solo sfottere chi ha inventato la scrittura e la sua lentezza.

A onor del vero va detto che Gutenberg stampò per prima cosa una bibbia, d'altronde visto che le lettere nella sua macchina venivano messe al contrario per stampare poi una cosa dritta rischiava grosso dato che al tempo tutto quello che era al contrario era associato al diavolo e bruciato, quindi per evitare che l'inventore della scrittura facesse la spia,si può dire che la prima cosa stampata al mondo fu una grossa parata di culo.

La stampa fu inventata per velocizzare la produzione di libri, il che sembra fantastico, se non si analizza anche il contorno.
Insomma qualcuno deve pur farli sti cavolo di caratteri da inchiostrare, poi il cliente vuole lo stesso tutto quel palco di minchiate intorno alla prima lettera della pagina, il tempo dell'incesellatore dove lo mettiamo? eh?

Gutemberg fu il primo addetto al marketing a manipolare i numeri per convincere la massa che il suo prodotto è più figo, e da allora si sono evoluti solo loro, il pubblico invece è rimasto il solito branco di pecore che guarda i numeri come guarda passare le nuvole, ma perché cavolo gli stampano i libri se poi non li usano per crescere poi???

Che poi uno si chiede: che aveva da fare Gutemberg di così importante al tempo da non poter stare otto ore a scrivere libri?
All'epoca o lavoravi o pregavi, e dato che la sua velocizzazione del lavoro gli faceva rischiare il rogo doveva per forza passare il tempo risparmiato a pregare di non essere arso vivo, dove sta il guadagno?

Gutemberg fu anche la prima causa di perdita di lavoro dell'epoca, quello che prima veniva fatto da tot amanuensi ora lo facevano solo un'addetto alla pressa e un'incesellatore di caratteri, magari in più tempo, ma a minor costo.
(Pensate quanti danni aggiuntivi poteva fare Gutemberg se fosse nato in cina)

Dato che dalla stampa ad ora abbiamo inventato un sacco di cose e tutte indirizzate a non dover più utilizzare le mani e a non far lavorare la gente e visto che ora stai leggendo questo testo seduto in poltrona muovendo al massimo un dito direi che Gutemberg fu solo il primo gradino nell'evoluzione di un branco di sedentari fancazzisti!

giovedì 14 marzo 2013

Cominciamo.... male.


Caro lettore, non so come tu possa essere arrivato su questo blog dato che non posto (e non posterò) foto erotiche di nessun tipo, ti devo avvisare che questo blog non è per te.

è per me.

Questo blog è il mio sfogo personale per scaricare tutti quei pensieri del cazzo che fanno lavorare la mia testa togliendo inesorabilmente spazio alle fantasie erotiche sull'ultima starlette anonima presentata dalla tivvù.

Qui scrivo e scriverò tutti quei pensieri che mi vengono scatenati per caso da una qualunque situazione in cui capito e che magari mi attanaglierebbero le sinapsi non lasciandomi dormire se non uscissero.

Io scrivo di getto senza guardare punteggiatura ortografia ne contenuti, poi basta non ci torno più su.
I pensieri sono usciti.

Se ti sta bene puoi anche leggere i miei vaneggiamenti, se no il blog a fianco credo parli di qualche cavolata in stile striscia la notizia, e magari ci scappano pure due poppe, prosegui pure io non me la prendo, tanto manco ti conosco.

Io resto qui a vaneggiare per dimenticare.